La mortadella è uno dei salumi più amati in Italia, specialmente a Roma dove con la rosetta calda rappresenta un binomio perfetto. Tra tutti gli insaccati accusati di agire pericolosamente sui livelli di colesterolo, è la più innocente. Vediamo perché e quanto è possibile consumarne senza sforare i limiti.
Mortadella e colesterolo: i motivi dell’accusa
A lei si preferiscono gli apparentemente meno colpevoli prosciutto crudo e prosciutto cotto, forse a causa del loro aspetto meno elaborato. Si tende a pensare che la mortadella sia più grassa e, per questo, vietata nei regimi dietetici ipocalorici. Al di là del quantitativo di grasso, la domanda è se davvero la mortadella apporta grossi quantitativi di colesterolo.
Mortadella e colesterolo: assolta
Dati alla mano, possiamo vedere come in in 100 gr di mortadella, ci sono solamente 56 mg di colesterolo. Se consideriamo poi che la dose massima consentita dalle linee guida riguardanti il colesterolo è di 300 mg, ipotizzando di non introdurre altri alimenti contenenti colesterolo, potremmo ingerire ben 600 gr di mortadella restando nel range. Quasi stucchevole.
Il membro considerato più magro ed innocuo nella famiglia degli insaccati è sicuramente la bresaola, che per 100 gr di prodotto apporta 63 mg di colesterolo, già di più dell’ingiustamente accusata mortadella. Il prosciutto ne fornisce 72, pur essendo considerato un alimento più genuino.
Proprietà della mortadella
Una volta prosciolta, vediamo come la mortadella rappresenti una discreta fonte di vitamine B1 e B2, conosciute anche come tiamina e riboflavina. Sono vitamine in grado migliorare il metabolismo dei carboidrati, dei grassi e degli amminoacidi . Fornisce inoltre un buon apporto di ferro, utile nella produzione di emoglobina, oltre a zinco, fosforo, potassio e sodio. Quindi, e senza esagerare, concedetevi pure qualche fetta di questo affettato: il vostro colesterolo non ne risentirà.