“Da ragazzo ho inviato tanti curricula, quando lavorai da Burghy per pagarmi gli studi, quando lavorai come segretario, quando consegnavo pizze a domicilio, quando da giornalista volevo ampliare le mie esperienze nelle radio e nei giornali”
Non si sa per quanto tempo effettivamente Salvini abbia condotto questi lavoretti, dato che non ne è rimasta traccia.
Nel 1997 Salvini comincia a lavorare per la Padania. Ma il direttore Gigi Moncalvo non ne ha un bel ricordo:
“Matteo Salvini è stato per due anni redattore della Padania, il giornale che dirigevo. Chiesi il suo licenziamento inviando due lettere di contestazioni dettagliate purtroppo per una serie di eventi non ottenni quanto richiesto. La ragione era che aveva taroccato i fogli delle presenze, in particolare nel periodo natalizio in cui se i giornalisti risultano presenti prendono una grossa indennità in percentuale dello stipendio”.
Il lupo perde il pelo ma non il vizio, In un articolo di Repubblica, del maggio 2019 si legge che:
“di giorni interi al ministero (Salvini) ne ha trascorsi appena 12, che diventano 17 se aggiungiamo — con una certa dose di ottimismo — cinque giorni in cui non si capisce bene dove sia stato”
Come senatore, non se l’è cavata molto meglio. Dal 5 marzo 2018 a oggi, secondo i dati del sito Openpolis, ha presenziato in parlamento 1,34% delle volte. Ci sarebbe da evidenziare che quando c’è stata la riunione europea a Dublino per risolvere la questione sui migranti e lui sempre assente.
“La Lega non ha mai partecipato a nessuna delle 22 riunioni di negoziato che abbiamo svolto nel corso di due anni sulla riforma di Dublino. La riforma, ricordiamolo, è necessaria per cambiare la norma. In base alla quale le persone sono costrette (salvo certi casi) a chiedere l’asilo nel primo Paese dove arrivano. La stessa norma per cui per anni altri Paesi hanno potuto rimandare in Italia migliaia di persone che non volevano tornarci, solo perché sono entrate in Europa dall’Italia”