Il cavolfiore è un vegetale ricco di sostanze nutritive importanti per la salute dell’organismo ed è anche molto versatile in cucina, grazie al suo sapore delicato che si presta a svariate ricette, sia tradizionali, sia più innovative e originali.
Però, alle sue tante virtù, si accompagnano anche alcuni piccoli inconvenienti, che lo rendono inadatto alla dieta di determinati soggetti; si tratta comunque di aspetti marginali, rispetto alla capacità di questo vegetale di fornire importanti nutrienti. Vediamo insieme le caratteristiche del cavolfiore.
I pro del cavolfiore
Tra gli indubbi vantaggi del cavolfiore rientra la la sua ricchezza di fibre: infatti, ne contiene circa 3 grammi a porzione, dato che corrisponde al 10% dell’assunzione giornaliera raccomandata.
Le fibre sono importanti perché agevolano il funzionamento dell’intero sistema gastrointestinale e riducono in maniera significativa le infiammazioni, oltre a svolgere un ruolo chiave nella prevenzione di patologie come quelle cardiache, il diabete e il cancro; inoltre favoriscono il senso di sazietà, aiutando la perdita di peso o il mantenimento dello stesso.
Inoltre, il cavolfiore contiene al suo interno un’elevatissima percentuale di acqua, aspetto che consente di ottenere la corretta idratazione e di favorire per questo i processi digestivi.
Passando al discorso relativo alle calorie, dobbiamo notare come il cavolfiore sia un alimento da considerare light, visto che ne contiene decisamente poche, a fronte di un’indubbia ricchezza di vitamine (A, C e K), di potassio e acido folico. Tutti questi aspetti lo rendono un alimento che non può mancare in un regime alimentare sano ed equilibrato e che deve essere scelto, specie quando è di stagione, ovvero nella stagione autunnale e invernale.
I contro del cavolfiore
Veniamo ora agli aspetti negativi del cavolfiore, che lo rendono sgradevole a molte persone. Il primo di questi è dato dalla sua capacità di causare gonfiore addominale: questo succede perché abbiamo a che fare con una crucifera, come i cavoli cappucci, i broccoli, i cavolini di Bruxelles, il cavolo riccio, il cavolo nero toscano, il cavolo rapa e la verza.
Le crucifere, così chiamate per l’aspetto dei loro fiori a quattro petali che ricordano le croci, contengono tutta una serie di elementi, quali oligosaccaridi fermentabili, monosaccaridi, disaccaridi e polioli: si tratta di alimenti fatti di carboidrati a catena corta, la cui digestione è più complicata, fattore che causa il gonfiore dell’addome.
Inoltre, può capitare che il cavolfiore, una volta mangiato, fermenti a livello dell’intestino crasso, favorendo non solo il gonfiore, ma anche la formazione di gas; recenti studi hanno collegato questo alimento alla sindrome dell’intestino irritabile, che è causa di difficoltà digestive, dolori, diarrea e flatulenze.
Ma non è tutto: infatti la sua ricchezza di vitamina K può costituire un problema serio per le persone che assumono determinati farmaci, in particolare i cosiddetti fluidificanti del sangue, o anticoagulanti. Si consiglia a chi segue una terapia a base di anticoagulanti, di limitare il più possibile l’assunzione del cavolfiore, dato che la vitamina K lavora nell’organismo in maniera contraria rispetto a questi farmaci.
Quanto invece alla questione del gonfiore addominale, ci sono modi per attenuarlo: è infatti possibile scegliere metodi di cottura tali da rendere il cavolfiore più digeribile e tra questi la cottura a vapore è senz’altro la più indicata.
Anche perché facendolo cuocere a vapore, il cavolfiore (come qualunque altra verdura del resto) mantiene intatte le sue caratteristiche nutritive, ma non è appesantito da grassi o altri condimenti che possono contribuire a causare pesantezza e gonfiore addominale; inoltre, con questo metodo di cottura, anche il cavolfiore risulterà più facile da digerire.