La Philadelphia è un formaggio denso e cremoso molto noto e versatile. Tanto da essere diventato il protagonista di varie ricette, dall’antipasto al dolce. E’ nato sulla falsariga del formaggio quark ed è divenuto persino più famoso. Per molti è una presenza fissa nel frigo e rappresenta una comodità sia come ingrediente che come alimento da consumare rapidamente. Ma cosa succede a chi consuma Philadelphia tutti i giorni?
La Philadelphia come tipico formaggio cremoso
La fama di questo prodotto è tale che in molti ormai identificano qualsiasi formaggio morbido in vaschetta con il nome di Philadelphia. Ma che cos’è veramente? Si tratta di un prodotto ottenuto dalla mescita di latte vaccino e panna, a cui vengono aggiunti fermenti lattici, acidificante e proteine del latte. Il prodotto viene prima pastorizzato e poi di nuovo scaldato per ottenere la separazione del siero dalla cagliata. Questo tipo di lavorazione è stata ideata nel 1872 in America e la ricetta ha subito ben poche variazioni, anche se ovviamente il processo di produzione è stato interamente meccanizzato.
Cosa succede mangiando Philadelphia tutti i giorni
Intanto si introducono diverse calorie: ogni 100 gr di prodotto ne assumiamo ben 342. Contemporaneamente introduciamo 34 grammi di grassi, oltre che 110 mg di colesterolo, la cui soglia massima giornaliera sarebbe 300. Certo apporta al nostro corpo anche potassio, magnesio, calcio e proteine. In una dieta bilanciata comunque non troverebbe eccessivo spazio: si tratta di un prodotto industriale con moderati benefici. Tra i più rilevanti troviamo un moderato (ma sempre importante per il corpo) quantitativo di vitamina D e Cobalamina, ma di certo questo prodotto non è l’unico da cui attingere queste sostanze. Insomma è meglio non abusarne e variare al massimo la nostra alimentazione. Sicuramente è da evitare in caso di intolleranza o sensibilità al lattosio, o per chi soffre di patologie cardiache e deve tenere a bada il colesterolo.