Il melone è sicuramente tra i frutti più dolci ed apprezzati. In effetti il suo indice glicemico è di 75, abbastanza alto dunque, ma non necessariamente da inserire nei pochi frutti da scartare. Il melone infatti ha numerose proprietà, e alcune di queste riguardano proprio il diabete. In ogni caso con la sua freschezza e la sua ricchezza di acqua il melone è l’ideale per rinfrescarsi dalla calura e reintegrare i liquidi persi a causa del caldo o dello sforzo. Rintroducendo anche minerali e preziose vitamine. Ma in sostanza, il melone fa bene o male al diabete? Ecco la risposta della medicina che toglie il dubbio.
Proprietà del melone e benefici per la salute
Il melone è composto principalmente di acqua e nonostante il sapore particolarmente dolce, contiene solo 34 calorie ogni 100 gr di prodotto. E’ ricco di vitamina C, che oltre ai noti effetti risulta essere un efficace antiossidante. Apporta vitamine del gruppo B, in grado di fornire energia al nostro corpo e rivitalizzarci. Contiene anche un certo numero di minerali come fosforo, magnesio, calcio e potassio. Quest’ultimo è indispensabile per la corretta funzione dei muscoli, incluso il cuore, mentre il magnesio aiuta a regolare la pressione. Il melone svolge anche una funzione protettiva nei confronti dei reni e in virtù della sua ricchezza d’acqua favorisce la diuresi, combattendo il ristagno idrico.
Melone e diabete: qual è la risposta?
Studi medici affermano che il consumo di melone migliora il metabolismo dell’insulina, con l’effetto di ridurre la fluttuazione degli zuccheri nel sangue. Mangiare il melone quindi può contribuire ad evitare picchi glicemici ed è stata dimostrata la sua azione ipoglicemica e protettiva nei confronti dell’insorgenza di diabete di tipo 2. Un aiuto contro la glicemia ci viene anche dall’apporto di fibre fornito dal melone. Le fibre hanno la capacità di dilatarsi all’interno dello stomaco e dell’intestino, ritardando l’assorbimento degli zuccheri. In sostanza dunque sembra sa benefico consumare melone, anche in caso di diabete, a patto ovviamente di regolarsi con la quantità e monitorare sempre lo stato della glicemia.