Mangiare pasta scaduta: ecco cosa succede al nostro corpo. Incredibile

Pasta e data di scadenza

Tra gli alimenti che più facilmente possono passare la data di scadenza nel buio delle nostre dispense, c’è sicuramente la pasta. Facilmente perché è l’elemento immancabile nelle case degli italiani, il più diffuso e il più amato. Tanto che ne teniamo a disposizione diversi tipi, uno per ogni preparazione, spesso trascurando di consumarli secondo l’ordine di acquisto e preferendo un criterio di voglia.

Trofie, orecchiette, spaghetti, penne, mezze penne… ogni pasta ha il suo sugo ideale e, in attesa che noi lo prepariamo, alcuni formati restano sepolti per mesi, spesso privati della loro confezione originale, così che è persino difficile stabilire quale fosse la data di scadenza.

Ma cosa succede se mangiamo pasta scaduta, magari a nostra insaputa e assoluta buona fede?

Pasta e data di scadenza

Scadenza della pasta secca, come regolarci

Partiamo con il chiarire che la data di scadenza per la pasta è di circa due anni dalla data di produzione. Ovviamente non è detto che i pacchi in casa nostra siano usciti direttamente dallo stabilimento di produzione. Quindi nel momento dell’acquisto potrebbero già avere un anno o più. Possibile dunque che scadano in mano nostra, specie se amiamo fare grosse scorte durante gli sconti. La scadenza però non significa necessariamente che il prodotto diventi dannoso, potrebbe anche semplicemente perdere alcune caratteristiche o qualità organolettiche. Significa cioè che la data di scadenza garantisce che il prodotto sia tale e quale al momento dell’acquisto per tutta la durata stimata dal produttore.

Pasta secca industriale e scadenza, nessun rischio

Nel caso della pasta secca, dopo un primo esame visivo per escludere la presenza di insetti, muffe o altri problemi rilevabili dall’odore, il prodotto può essere consumato anche oltre la data riportata in confezione.

L’essiccazione infatti ha reso il prodotto molto sicuro ed eventuali batteri accorsi sul prodotto successivamente verranno comunque eliminati dalla bollitura. Nessuno rischio dunque, mentre il discorso è ben diverso per la pasta fresca per cui è buona norma rispettare la data di scadenza. Al massimo, se la confezione è integra e aspetto ed odore buoni, la pasta fresca conservata in frigo può essere consumata fino a 5 giorni oltre la data di scadenza, sempre previa cottura.

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