La frutta è in cima alla piramide globale dello spreco alimentare: su base individuale, gli italiani buttano via in media 30,3 grammi di frutta a settimana, seguita dall’insalata con una media di 26,4 grammi a persona e dal pane fresco con 22,1 grammi. Queste sono le conclusioni del 2° Rapporto Cross Country di Waste Watcher International, che ha analizzato nove nazioni disperse: Italia, Spagna, Germania, Francia, Regno Unito, Stati Uniti, Sudafrica, Brasile e Giappone.
Nel contesto dello studio, è interessante notare che gli Stati Uniti scartano in media 39,3 grammi di frutta a persona a settimana, mentre Germania e Regno Unito ne scartano rispettivamente 35,3 e 33,1 grammi a persona a settimana. Uscendo dal contesto della nostra Penisola, possiamo anche apprendere che nella triste classifica degli alimenti più sprecati, compaiono con “punteggi” piuttosto alti il latte e lo yogurt (38,1 grammi settimanali negli Stati Uniti, 27,1 in Germania), gli affettati e i salumi (21,6 grammi in Francia, 14,4 grammi settimanali in Giappone), il riso e i cereali, che in Brasile vengono scartati per 27,2 grammi a settimana, e i cibi pronti che i giapponesi gettano per una media di 11,5 grammi a settimana.
“Il direttore scientifico di Squander Watcher, Andrea Segrè, ha dichiarato con allarme che, secondo i calcoli di Waste Watcher, nel 2021 potrebbe costare fino a 4,02 miliardi di euro lo spreco di energia nascosta nel cibo nelle nostre case”, “Un costo che porta il valore complessivo dello spreco alimentare domestico in Italia a circa 11 miliardi di euro, in funzione di un costo dell’elettricità di circa 0,4151 €/kWh. La stessa quantità di sprechi alimentari domestici nel 2020 ha comportato una perdita economica di 1,61 miliardi di euro a livello energetico. La riduzione degli sprechi alimentari non solo ridurrebbe l’impronta energetica, ma anche le implicazioni ambientali”.